Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, nel quale vengono ricordate le vittime della Shoah, la conseguenza più devastante del totalitarismo hitleriano che ha suscitato e continua suscitare profonde e varie riflessioni.
È sempre un dovere civile e morale ricordare quest’avvenimento storico che continua a interrogarci sulle cause della più immane “tragedia” del secolo scorso ma che ci induce anche a riflettere sulle dinamiche del presente.
Quest’anno le studentesse e gli studenti liceali della Scuola Italiana di Atene, a causa delle recenti abbondanti nevicate, hanno posticipato di una settimana la commemorazione delle vittime della Shoah, riunendosi Giovedì 3 Febbraio nel teatrino della scuola. L’incontro, organizzato dal Professor Prospero Argena, ha fatto seguito agli interventi dei docenti che, sotto diversi profili, nei giorni scorsi, hanno avuto modo di affrontare l’argomento nelle loro lezioni.
L’inizio della mattinata ha avuto avvio con la visione del film “Train de vie” del regista ebreo romeno Radu Mihăileanu. Una scelta, per certi versi coraggiosa, giacché il film si propone di trattare l’olocausto in modo ironico e satirico senza retorica e cattivo gusto ma senza tuttavia scadere o degenerare. L’umorismo d’altronde è spesso l’unico modo per sopportare il peso, a volte, schiacciante della memoria. “L'umorismo come ebreo, – afferma Mihăileanu – è ciò che mi ha fatto sopravvivere, che ha salvato la nostra vita e la nostra memoria.”
Alla visione del film ha fatto seguito l’intervento del Dirigente scolastico Dottor Emilio Luzi che, rievocando la sua lunga esperienza di docente e il suo appassionato impegno di educatore, ha sottolineato come oggi ancor più che in passato occorra ricordare. Oggi molti dei sopravvissuti della Shoah non ci sono più; restano ormai poche voci come quella autorevolissima della senatrice Liliana Segre e oggi, purtroppo, molti tendono a ignorare se non addirittura a “negare” la gravità di quanto ha avuto luogo ad Auschwitz. Occorre perciò contrastare ignoranza e “negazionismo” con la conoscenza cercando di acquisire una sempre maggiore consapevolezza di ciò che è stato. Sicuramente quanto è avvenuto, per certi versi, è incomprensibile ma come scrive Primo Levi “Forse quanto è avvenuto non si deve comprendere perché comprendere è quasi giustificare… Se comprendere è impossibile conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre.”
Dopo la lezione del Professor Luzi si è svolto un vivace confronto fra i partecipanti.
Le/gli allieve/i hanno infine avuto modo di seguire un interessantissimo filmato dedicato alla mostra organizzata dalla Comunità ebraica di Roma e dalla Fondazione per il Museo Ebraico di Roma, in occasione di 150 anni dalla proclamazione di Roma Capitale del Regno d’Italia, su “1849-1871. Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione”.