Nella mattinata di domenica 12 febbraio 2018 una delegazione della Scuola statale italiana di Atene e della comunità italiana ateniese, invitata dall'Addetto militare di Ambasciata Col.Nav. Enrico Frasson e dal Primo Maresciallo Dario Vitiello, si è recata in autobus sul luogo dove sorge la lapide commemorativa del naufragio del piroscafo Oria. Il 12 febbraio del 1944 la nave, partita il giorno precedente da Rodi, diretta al Pireo e stipata di prigionieri di guerra italiani, ovvero soldati che rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, fece naufragio presso l’isola di Patroclos, nei pressi di Capo Sounio, causando la morte di oltre 4000 connazionali. Su iniziativa delle autorità regionali greche e dell’ambasciata italiana in Grecia le vittime sono state ricordate nel corso una cerimonia, officiata dal S.E. Sevastianos Rossolatos, al termine della quale le varie delegazioni civili, religiose e militari hanno deposto corone di fiori sulla lapide. La scuola italiana di Atene, su indicazione del Dirigente scolastico dott. Emilio Luzi, impossibilitato a presenziare ma fervente sostenitore dell’iniziativa, ha deposto una composizione floreale nella persona del docente vicario, professor Davide Silvestri. Gli alunni si sono distinti consegnando, su richiesta delle autorità dell’Ambasciata italiana, le corone ai vari rappresentanti delle rispettive istituzioni. Al termine della cerimonia, i saluti e ringraziamenti delle autorità: l’Ambasciatore d’Italia in Grecia, S.E. Luigi Efisio Marras, ha voluto ricordare l’importanza della memoria storica e la necessità di non travisare i fatti allo scopo di rendere giustizia a quanto realmente accaduto. La chiusura della mattinata ha avuto un toccante epilogo: chiamata dalle autorità greche, la signora Kalomira Iorgakopoulou ha raccontato di quando, bambina di poco più di 5 anni, vide affiorare presso la spiaggia adiacente la propria casa cadaveri e resti vari dei poveri annegati. Il padre raccolse un’immaginetta sacra appartenuta a qualche soldato italiano che, per anni, fu venerata con sommo rispetto nella casa di famiglia. Ciò fino a quando, non molti anni fa, una delegazione di parenti delle vittime fece visita alla signora, la quale ritenne doveroso lasciare loro la preziosa reliquia. A chiudere idealmente il cerchio della commovente vicenda, la presidente del Comites, Luisiana Ferrante, ha voluto omaggiare la signora Kalomira di un’icona che testimoni la continua riconoscenza della comunità italiana verso lei e la sua famiglia.